Due peperoni bagnati nell’olio… cosa c’è di più semplice, e di più difficile nello stesso tempo?
Ovviamente è una ricetta semplicissima, se si intende la frase in senso culinario… perché un ciotolino, del buon olio di oliva, un pizzico di sale…e via, ci possiamo sgranocchiare le nostre falde di peperone così come sono..
Eppure questa frase è stata(e sarà) il tormento per chiunque voglia dimostrare la propria piemontesità. La sua pronuncia è alquanto complessa, ci si inciampa facilmente , specie sull’euli, e anche per chi è avvezzo a parlare il dialetto, in realtà non sempre la pronuncia “suona” bene.. Da piccola temevo abbastanza le situazioni in cui si portavano in tavola delle crudités che comprendessero anche i peperoni perché puntualmente scattava il gioco: duui puuuuuvrùn…
E questa “eu” che è identica alla eu francese, proprio non andava giù, e la “o”, che solo se ha l’accento “ò” si legge come tale, altrimenti è sempre u, e la u che si legge come la u francese… quante prove ci vanno?
Provate provate provate… ^^
le precedenti “lezioni” le trovate qui e qui
Intanto vi dico che da queste parti è proprio il momento dei peperoni. Si è appena conclusa la 61esima Sagra del peperone a Carmagnola, (si svolge tradizionalmente tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre) con tanto di concorso del peperone, serate danzanti e, ovviamente, momenti gastronomici. E’ stata cucinata una megapeperonata da record, con cui Carmagnola entra nel Guinnes dei primati: 1190 chili, per la quale sono stati usati peperoni di diverse qualità: Trottola, Corno di Bue, Quadrato e Tomaticot, e utilizzati anche 139 kg di cipolla, 71 kg di olio di semi di girasole e 108 kg di passata.
Ovviamente si coglie l’occasione per procurarsi dei bei peperoni di qualità, e per come cucinarli c’è davvero da sbizzarrirsi… oggi ve li propongo così, semplici semplici
Peperoni ripieni con carne e verdure
Per quattro persone:
quattro bei peperoni quadrati di Carmagnola
200 g carne tritata magra di manzo
50 g di pasta di salsiccia
un uovo e un tuorlo
3 cucchiai di latte
prezzemolo tritato (un pizzico)
un pugnetto di spinaci lessati e tritati grossolanamente
una carota lessata al dente e sminuzzata
mezzo spicchio di aglio
mezza piccola cipolla a fettine sottili
sale, pepe, noce moscata,
Impastare tutti gli ingredienti e farcire i peperoni privati della calotta e svuotati dei semi.
Passare sui peperoni un filo di olio e infornare a 200 °C per un’ora circa… e servire…
semplice, no?
come duuuuuuui puuvrunnnnn ;-D
io i peperoni li adoroooooooooooooo! che bontà, ora mi leggo i tuoi post passati 🙂 ciao Ely
Grazie…. e mi hai ricordato che non ho messo i link, provvedo subito!! 🙂
La frase in piemontese che consente di valutare a colpo sicuro la “piemontesità” di chi la pronuncia, mi ha fatto venire in mente un aneddoto collegato ai Vespri Siciliani (1282).
Si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, mostrassero in giro dei dei ceci («ciciri», in siciliano). Poi chiedevano di pronunciarne il nome: chi era tradito dalla sua pronuncia francese, veniva immediatamente ucciso
:-)))
cara Norma un piemontese lo individuo subito in base alla cadenza (sono laureata in dialettologia italiana una vita fa…) ma di cimentarmi a parlare il vostro dialetto non se ne parla proprio, non ce la farei…belli e carnosi quei peperoni, un piatto unico davvero gustoso! Buona serata…
ma dai non è così complicato! A parte le frasine tranello! ^^
Ahahahh!! Verooo!! Faccio sempre ridere tutti quando ci provo, compresi i non piamontesi!! Ne deduco che la mia pronuncia debba risltare orribile ai non- e tipo unghie sulla lavagna ai purosangue!!
Ecco, facciamoli ripeni che mi riesce meglio 😀
aaaaaaah sentissi parlare me ^^
ahahah, mi ricordo quan’ero piccola e la mia cuginetta piemontese veniva a trovarmi d’estate per andare al mare, ed essendo della generazione fine anni 80 non sapeva una cippa di piemontese all’infuori di questa frase, che ha insegnato anche a me e che anch’io è l’unica cosa che so dire insieme a cit ma bun (giusto?) 😛
ottima ricetta, bella piemontese, mi sa che ce la si segna per una cena tipica tra compagni gastronomi 🙂
La frase completa è “mej cit ma bon che grand e cojon. Per la traduzione si può andare ad orecchio 🙂
^^
eh, il libro… abbiamo la conferma del cuoco, a breve avrò la conferma delle date delle presentazioni così chiedo anche in quali modalità lo metteranno in vendita ^^
Torno appena riacquisto le facoltà mentali, questo post mi interessa tantissimo 🙂
Un bacione e buona giornata!
:-)) grazie!
Bravi, il piemontese lo parlo, credo bene, che però è un po’ diverso dal torinese puro…
purtroppo però i notri figli…non lo parlano. Ora cerco di insegnarlo a mia nipotina di 10 anni che abita in Germania. E’ bilingue, ma a scuola d’italiano hanno chiesto di portare proverbi dello loro provenienze e così mi sono divertita per trascriverli e insegnargleli per telefono….
Viva Turin. Ciau a toti.
ma che bella cosa! grazie!