Avere il cervello ai talloni, in dialetto piemontese, significa essere fessi, dissennati, si dice di chi non ragiona o si dice anche Avèj ël servel fàit a crach (fatto a frottola) di chi per farsi le ragioni si incasina ancora di più, mancando in coerenza e in onestà.^^
“ël servel” in Piemonte, soprattutto nella zona dell’astigiano, ha un altro significato. Rappresenta, per gli appassionati di piatti tradizionali, una chicca da palati fini (e stomaci forti), che non è gradita a tutti ma che molti invece apprezzano assai non appena riescono a vincere la diffidenza. Fa parte a pieno diritto della carrellata del fritto misto piemontese , ma quando si trova fresco si cucina spesso anche da solo,”per gavesse la veuja“, togliersi la voglia.
Ed è quello che ho fatto io, con il benestare di mia suocera a cui piace ma che da anni non lo cucina più perché mio suocero non poteva mangiarlo (non è adatto a chi ha problemi di colesterolo!!) ed è difficile farselo “monoporzionare”…
I soma gavasse la veuja….ci siamo tolte la voglia!
attenzione, articolo non adatto a un pubblico troppo sensibile e a “stomachine” eccessivamente bon ton! le immagini che seguono potrebbero turbarvi!^^
Cervella fritte con asparagi in pastella … (quando non c’erano ancora i finger food!)
cervella di bovino
asparagi
uova
pangrattato
farina
vino bianco frizzante freddo
olio per friggere
sale
Sbollentate le cervella per due minuti, togliete eventuali residui della pellicola che le riveste e fatele raffreddare leggermente. Lessate gli asparagi al dente e tagliate i gambi fino ad avere solo le punte con 5-6 cm.
Tagliate le cervella in pezzi grossi come una noce o poco più, infarinateli, passateli nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato.
Preparate una pastella fluida con uovo, farina e vino bianco frizzante freddissimo.
Scaldate dell’olio per friggere, in quantità tale da esser profondo, io ho usato il wok che ha la comodità della gratella per far scolare bene il fritto e permette l’utilizzo di una minor quantità di olio.
Immergete le punte di asparago nella pastella e friggetele insieme alle cervella. Salate man mano che cuociono e servite caldissimi.
Da noi si frigge con la farina al posto del pangrattato (e le animelle? e gli schienali?)
Mi viene fame 😛
le animelle e gli schienali finiscono nel fritto misto…
oh che bello, ero quasi sicura che non saresti stata tra le stomachine bon ton 😀 😉
noi le passiamo nella farina, poi nell’uovo e poi nel pangrattato… niente pastella, ma la golosità della pastella probabilemnte le esalta ancor di piu’… e poi vogliamo parlare delle polpettine con le cervella e le verdurine???
nooooo….. è troppo presto questa mattina ed io dovrei essere a dieta!!!
ciao
Ale
ma nella pastella solo gli asparagi!, altrimenti le cervella anch’io le ho fatte con impanatura classica 😉
E l’ho pure letto due volte per capire bene la pastella com’era… :((((
sorry!
nessun problema 🙂
aaaaaah se lo vede mia suocera! ma un po’ piace anche a me, possiamo fare un pranzo a 4 con le suocere, chi lo avrebbe mai detto eheheh 😀
e perché no? magari con le pupe, così la svezzi subito bene 😛
hhhhmmm, mi fai venire l’acquolina in bocca.
Che bella voglia che vi siete tolte……….spettacolare!
Mi fa ritornare bambina quando i nonni ammazzavano la bestia “buona” per la festa del paese e via….una festa di sapori mai più provati.
Sei un mito!!!
Smile
Lucy64
anche tu no-stomachina bon ton eh? 🙂
mangiato a forza da piccolo, ora devono uccidermi per farmelo mangiare! 🙂
…Io sono cresciuta con le cervella fritte…si sciolgono in bocca, una vera delizia!
vero! hanno una consistenza libidinosa!… diciamo che appena fritte somigliano un po’ alla lava eh, bisogna fare attenzione!!:-)