Ebbene sì, avrei avuto molti motivi per non friggere, ma una piccola trasgressione ci voleva!
e poi poco mi importa dell’odore di fritto, che basta aprire le finestre o, come faceva mia nonna, bagnare uno strofinaccio di aceto e sventolarlo in cucina (provare per credere), o far bollire in un bicchiere d’acqua una manciatina di chiodi di garofano… sto divagando, ebbene sì, 😀 perché queste due chicche fan parte del libro in uscita:

E’ nato sull’onda del successo del primo “I segreti della nonna”, di cui vi avevo parlato qui, un anno fa e sarà per il momento distribuito nelle seguenti date in allegato ai quotidiani:
25-02 LA STAMPA (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta)
26-02 IL TIRRENO
IL MATTINO DI PADOVA
LA TRIBUNA DI TREVISO
LA NUOVA DI VENEZIA
IL CORRIERE DELLE ALPI
IL MESSAGGERO VENETO
IL PICCOLO
28-02 GAZZETTA DI PARMA
L’ARENA
BRESCIA OGGI
IL GIORNALE DI VICENZA
05-03 L’ADIGE
Poiché non tutti gli edicolanti ne prendono tante copie insieme, conviene prenotarlo presso la propria edicola di fiducia 😉
Dal 25 febbraio, in ogni caso, sarà acquistabile, contemporaneamente alle uscite in edicola, anche presso l’editore
Priuli&Verlucca (sarà inserito nella sezione Guide e manuali del catalogo) ISBN 978-88-8068-626-2
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Ma ora torniamo al Carnevale, che giunge al termine (brevissimo, quest’anno!) lasciando il posto all’attesa della Pasqua…
Sarà che a vedere tante chiacchiere (che qui chiamiamo bugie) in giro, mi è passata la voglia, sarà che era da un po’ che avevo voglia di altro… ancora più tipico, ancora più piemontese… insomma, ho preso coraggio e ho preparato la parte “dossa”, dolce, del fritto misto piemontese…
Una descrizione dell’intero piatto la trovate qui
Fritura dossa (fritto misto piemontese, parte dolce)
da sinistra, in primo piano: amaretto, ananas, semolino al cacao,
dietro: mela e semolino chiaro,
in fondo: pavesini farciti e zabajone
Una volta preparati tutti i pezzi, fate friggere rapidamente in olio profondo e servite ben caldo
Per i semolini (fritura dossa per eccellenza):
mezzo litro di latte
120 g di semolino
due cucchiai colmi di zucchero
la scorza grattugiata di un limone
un tuorlo
Portate a ebollizione il latte con lo zucchero e la scorza di limone, unite il semolino a pioggia e rimestate rapidamente per evitare che si formino grumi, fate addensare bene per qualche minuto, poi unite il tuorlo sbattuto in precedenza con una forchetta. Mescolate bene e rovesciate in un contenitore preferibilmente quadrato o rettangolare in modo da avere uno spessore di due cm circa. Una volta ben freddo, tagliate a rombi, passate nella farina, poi nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato.
Quando si parla genericamente di “fritura dossa”, ci si riferisce ai semolini preparati in questo modo.
Per i semolini al cacao:
medesime dosi di quelli bianchi, ma al posto della scorza di limone aggiungete due cucchiaini colmi di cacao amaro. Se preferite, aumentate leggermente la dose di zucchero.
Per gli amaretti:
potete utilizzare sia gli amaretti classici, sia quelli di Mombaruzzo: bagnate rapidamente gli amaretti nel latte o, se preferite, nel Marsala.
Passateli poi in uovo sbattuto e pangrattato.
Per mela e ananas:
Sbucciate le mele e tagliatele a dischi dopo averle private del torsolo. Tagliate l’ananas a fette spesse 1 cm, sbucciatelo e privatelo del torsolo, e tagliate poi ogni fetta in 4. Preparate una pastella con un uovo intero, mezzo bicchiere di latte e farina quanto basta per avere una consistenza media (non troppo liquida!). Immergetevi i pezzi di frutta prima di friggerli.
Per i pavesini:
questi una volta nel fritto piemontese non c’erano, e in effetti quando si prepara il fritto completo è difficile che ci siano anche loro. Ma nel caso di sola frittura dolce arricchiscono il piatto, farciti o con un cucchiaino di confettura o con della crema gianduja (come in questo caso). Uniteli due a due con la farcitura preferita, e poi passateli rapidamente nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato.
Zabajone:
Preparate una crema densa allo zabajone con
due tuorli
due cucchiai colmi di zucchero
un bicchierino di Marsala
un cucchiaio colmo di maizena
250 ml di latte.
Scaldate bene il latte . A parte sbattete bene i tuorli con lo zucchero, unite la maizena e il vino. Mettete sul fuoco e unite il latte già caldo. Fate sobbollire mescolando continuamente finché non si sarà addensata al punto giusto (Deve risultare una polentina). Versate in un contenitore possibilmente quadrato per ottenere una volta fredda dei cubetti da passare nell’uovo e nel pangrattato.
Come si mangia? Quando si mangia? può occupare buona parte di un pranzo o una cena, facendolo precedere da un passato o delle verdure miste, se volete ammortizzare gli effetti del fritto… altrimenti abbinatelo come si fa spesso qui in Piemonte, a delle braciole o alla tradizionale salsiccia …vi parrà un po’ strano, ma… a Carnevale, tutto vale! (fidatevi!)
Buon Carnevale!
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Applauso per il libro e per il fritto. Compliment!
Oggi qui, visto quanto nevica, magari si friggeranno bugie… Ciao!
Strepitosa!
Ecco perché mi mancava questo “segreto” della nonna!
Ottimi questi fritti, non i soliti… almeno per i non piemontesi!
Un augurio sincero per i tuoi lavori e per un ottimo proseguimento di giornata! 🙂
Va giusto bene , sono in Piemonte per il 25 -2 Ciao Madama
quando si organizza un frittino insieme??
ho già il primo e di sicuro non mi faccio scappare il secondo ! un bacione…
conoscevo questo fritto per sentito dire.. ora potrò appropriarmene. La bandiera all’aceto mi mancava, provo di sicuro!
Wow.vedo solo adesso questa magnificenza!Ti rubo subito l’amaretto,e ti faccio le congratulazioni per il libro.
Un bacione!
Grazie Edith!
Sono inglese e vivo in Piemonte e credo che il cibo in questa regione è fantastic.Zabajone è il mio dolce preferito:)
Buona fortuna con il vostro libro
Grazue!
proverò anche io lo straccio bagnato d’aceto! Friggo poco a dire il vero, ma se funziona anche quando ti fai una bistecca alla piastra… (sale una nebbia……..)
Ciao Carissima!!!
siiii, funziona!!! ciao!!