As fà gnun-e frità sensa rompe j’euv (non si fa nessuna frittata senza rompere le uova)
La semplicità della saggezza popolare, eh? ^_^
Mia nonna era un’esperta in frittate. Era uno dei pochi, direi pochissimi, piatti che sapeva cucinare, insieme alle rolatine, ad esempio. Girava la frittata al salto, ed è lei che mi ha insegnato. Senza aiuto di coperchi e senza farla finire nel lavello. Quelle piccole soddisfazioni della vita, insomma ^_^ E pensare che aveva delle mani piccine, ma con il giusto movimento del polso…oplà!
E così a inizio primavera, la domenica mattina, tutti a cheuje ij luvertin, che sono i germogli del luppolo… sono chiamati, in altre regioni, bruscandoli, e sono sempre più difficili da trovare. Potete andarne a caccia nelle zone vicine a corsi d’acqua, trovando il luppolo arrampicato sui tronchi degli alberi, o avvinghiato ad altri arbusti
Le dosi sono relative, di solito qui, per le “frità”, si va a occhiometro! Dunque n linea di massima: mezzo scalogno, una manciatona di luvertin, un cucchiaio di fiori e foglie di salvia, tre uova, una tazzina e mezza da caffè di latte, sale q.b.burro
Fate dorare lo scalogno in un noce di burro, toglierlo, mettervi i luvertin spezzettati grossolanamente e cuocerli 5 minuti aggiungendo un bicchiere di acqua.
Salate leggermente e lasciar intiepidire.
Sbattete bene le uova con il latte e un pizzico di sale, unite le foglie sminuzzate e i fiori di salvia, i luvertin e versate in una padella antiaderente procedendo come per una qualsiasi frittata..
Mi ricordo quando da piccola andavo con mio zio zitello a caccia di bruscandoli sull’argine dell’Adige. Adesso sono davvero rarissimi, altro che tartufo! Complimenti per la ricetta, decisamente in spirito primaverile! 😀 Mi sa che la copierò presto, magari coi “brusaoci” (tarassaco), che è più facile da trovare nelle mie scorrazzate pomeridiane nei campi, ihihi
Ciao
Valeria
Ciao Valeria, benvenuta! Anche per me questi sapori rappresentano dei ricordi. Capita spesso, con i piatti della tradizione. A volte anche solo preparandoli vengono in mente immagini che credevamo cancellate dal tempo!
Noi qui li chiamiamo bruscandoli!
già li trovi…bene devo iniziar a girar per campagne pure io!:)
….poi mi faccio far la frittata da mamma….:)) da me è lei l’esperta!:)
baci
terry
Da noi il tarassaco ha tanti nomi: girasol dij pra (girasole dei prati), pissalèt (piscialetto, per le proprietà diuretiche), s-ciapadoje, fior ed mort (fior del morto)
Cercavo giusto quelche ricettina coi luertìn che giusto l’altro giorno mi hanno insegnato a riconoscere e raccogliere. La tua sembra particolarmente delicata… la proverò!
E già che ci sono sottoscrivo i tuoi feeds… 😉
ciao “parentesi” benvenuta!!…ho visto diversi dolcetti interessanti da te, torno a curiosare! 😉